I disturbi sessuali sono dovuti molto spesso ad una patologia mista, organica e psichica, e in parecchi casi è difficile distinguere con precisione la direzione dei meccanismi di causa ed effetto tra i disturbi della sfera cognitivo-emozionale e quelli più propriamente somatici (ad esempio non sarebbe sensato sottoporre a indagini vascolari un ragazzo che perde l’erezione proprio all’attimo in cui si avvicina alla vagina della sua compagna). Nell’utilità di dover restringere il campo per studiare il fenomeno i cognitivisti ritengono che la sessualità possa essere studiata efficacemente come uno dei Sistemi Motivazionali Interpersonali (SMI). Oltre che come ovvio programma di accoppiamento finalizzato alla riproduzione è interessante studiare la sessualità come un programma biologico orientato a favorire la costruzione e il mantenimento dei legami di coppia. Inoltre la sessualità può essere considerata come uno dei possibili modi di fare esperienza di sé e del mondo, un modo utile per conoscersi e riconoscersi con l’altro, spesso articolato nei complessi meccanismi del legame di coppia. Per ultimo la sessualità è collocabile nel fluire della storia personale e della narrazione che ognuno propone a sé stesso. Dunque in mancanza di criteri esterni oggettivi che la sessuologia stenta a fornire sarà possibile conoscere il significato del disturbo soltanto attraverso le trascrizione della storia personale. Il paziente possiede diverse teorie e conoscenze su di sé, sul piacere, sull’amore, sulla sofferenza, sul sesso, sull’intimità, sugli altri e sul corpo. Alcune sono formulate a parole e possono far parte della narrazione. Altre pur riconoscibili e consistenti, non si possono descrivere con le parole se non facendo ricorso ad analogie e metafore: sono teorie tacite (sensazioni interne, emozioni, capacità acquisite). Altre ancora le pensiamo senza saperlo e sono gli assunti di base, conoscenze attivate automaticamente ed emozioni inconsapevoli. In conclusione la sessualità può essere pensata come ad un modo di fare esperienza che coinvolge una persona nella sua interezza, spesso all’interno di una relazione interpersonale, in accordo con i programmi biologici e con i sistemi di conoscenza che orientano il comportamento. (Tratto da Fabio Veglia - Nuovo manuale di psicoterapia cognitiva).
Dott. Giuseppe Lo Furno
Psicologo Psicoterapeuta HR Specialist
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